Borgio – Caprazoppa

25 grotte conosciute

Descrizione dell’area
L’area carsica di Borgio Verezzi è un’area di grande interesse sia dal punto di vista paleontologico e paletnologico (resti paleontologici del Pleistocene medio-antico nella Grotta di Valdemino e reperti paleolitici e neolitici di grande importanza internazionale alla Caverna delle Arene Candide), sia per la presenza del complesso turistico delle Grotte di Valdemino aperto al pubblico dal 1970 e, non ultimi, per gli aspetti naturalistici ed ambientali che caratterizzano tutto il Finalese. Dal punto di vista speleologico e idrogeologico, a parte il sistema di Valdemino, la zona ad oggi è ancora limitatamente studiata. 
L’area infine risulta estremamente importante dal punto di vista naturalistico per la grande varietà di ambienti naturali che ha permesso la conservazione di una elevata biodiversità, con abbondanza di specie animali e vegetali rare e/o esclusive e per tale motivo è compresa nel SIC “Finalese-Capo Noli”.

Inquadramento geografico
L’area carsica si inserisce dal punto di vista geografico nella regione del Finalese seguendone quindi i caratteri ambientali, naturali, geologici e geomorfologici. La zona in esame è racchiusa a Nord-Est dai ripidi versanti delle Rocce dell’Orera e i terreni impermeabili di Gorra, a occidente dal Rio Bottassano con un estensione di circa 3,2 km per 2,3 km; la superficie areale totale risulta essere di circa 5 kmq. A Sud del Monte Castellaro (vetta più alta dell’area) il territorio degrada dolcemente con un tipico altopiano finalese, caratterizzato da un carso coperto (vegetazione prevalente costituita da gariga e macchia mediterranea in evoluzione verso la situazione climax a lecceta), per precipitare con ripide falesie in prossimità della costa dove gli affioramenti carbonatici, più o meno carsificati, si estendono ben oltre la linea di costa. Da segnalare la presenza lungo il litorale di estesi depositi a beach rock (“ciappa” in termini dialettali) o spiagge fossili di recente formazione (Quaternario), dovuti alla precipitazione di carbonato di calcio in prossimità di sorgenti carsiche sommerse, che ha determinato la cementazione delle sabbie. 
Piuttosto scarse e difficilmente identificabili le macroforme tra la vegetazione, presenti soprattutto nella zona di San Martino-Castellaro a sud delle Rocce dell’Orera, dove sono visibili alcune doline, nonché le valli fossili e troncate quali la Valle del Rio Fine. Più facilmente reperibili invece le microforme (scannellature, vaschette di corrosione e “città di roccia”), prevalentemente localizzate sugli affioramenti alla sommità dell’Altopiano della Caprazoppa, 
I centri abitati presenti nell’area sono rappresentati dal paese di Borgio, in prossimità della costa, e dalle borgate di Verezzi sui versanti retrostanti. Numerose sono le cavità che si aprono in prossimità delle case. L’attività antropica è attualmente limitata all’agricoltura (uliveti e vigneti) e al turismo, mentre risulta quasi del tutto abbandonata l’attività estrattiva, un tempo molto attiva (ad oggi delle 5 cave presenti solo quella delle Arene Candide presenta ancora attività). Una frequentazione abbastanza rilevante è inoltre imputabile alle attività sportive di outdoor tra le quali l’arrampicata, la mountain bike e l’escursionismo.
Inquadramento geologico
L’area è caratterizzata da un esteso affioramento, con giacitura sub orizzontale, costituito dalla formazione denominata Pietra di Finale (Miocene, 20-5 Ma), una roccia carbonatica sedimentaria, di origine marina, costituita prevalentemente da calcari bioclastici a cemento calcitico (per il 90% è composta da frammenti di conchiglie, gusci di echinodermi, denti di pesci e di altri resti fossili). In particolare questo affioramento è compreso interamente nell’unità litologica denominata “Membro di Monte Caprazzoppa”, che rappresenta un lembo isolato rispetto alla formazione principale (“Membro di Monte Cucco”), da essa separato dalla Valle del Torrente Pora. 
Al di sotto di questa, la sequenza stratigrafica vede quello che viene chiamato il Complesso di Base (30-24 Ma), un’alternanza di marne, arenarie e conglomerati, depositi sedimentari di mare poco profondo o di costa. Scendendo ulteriormente nella serie stratigrafica, si rilevano gli affioramenti di calcari e calcari grigi dolomitici risalenti al Giurassico superiore (150-140 Ma), costituiti dai Calcari di Val Tanarello, potenti diverse centinaia di metri sino al livello del mare e discordanti rispetto alla copertura miocenica (individuabili prevalentemente presso la Cava delle Arene Candide alle pendici meridionali del Monte Caprazzoppa. Sono poco erodibili, ma estremamente solubili). Più sotto ancora nella serie stratigrafica si trovano vasti affioramenti della formazione delle Dolomie di San Pietro ai Monti (dal livello del mare sino a quota circa 230 m s.l.m.) risalenti al Trias medio (225-190 Ma). Quest’ultime, ricche di magnesio, di colore dal grigio al bluastro, risultano essere meno carsificabili rispetto alla copertura miocenica comportandosi di fatto da basamento impermeabile; pertanto, nonostante il potenziale carsico dell’area sia di oltre 300 m, risultano essere limitati lo sviluppo e la profondità dei reticoli ipogei ad oggi conosciuti.
Caratteristiche speleologiche
Le esplorazioni speleologiche nell’area sono state condotte in prevalenza dal locale Gruppo Grotte Borgio Verezzi con collaborazioni del Gruppo Speleologico Imperiese e marginalmente dal Gruppo Speleologico Savonese. Nell’area carsica di Borgio Verezzi sono attualmente conosciute 23 grotte, per uno sviluppo totale di circa 3200 m, equamente distribuite nei due comuni (12 in Comune di Borgio Verezzi e 11 in Comune di Finale Ligure). La cavità più alta in quota è la Caverna dell’Aurera ubicata a 280 m s.l.m. e la più bassa (a livello del mare) è la Grotta Marina di Caprazzoppa.
Caratteristiche idrogeologiche (idrologia)
Il carsismo nella formazione miocenica della Pietra di Finale, scarsamente interessata da fenomeni tettonici, presenta cavità ad andamento più che altro orizzontale o suborizzontale, ove gli strati di sedimentazione, in associazione all’elevata permeabilità per porosità, divengono di fatto l’elemento speleogenetico preponderante. Il carsismo nella formazione triassica invece è caratterizzato prevalentemente da morfologie di crollo controllate principalmente dalla tettonica. 
Totalmente assenti gli scorrimenti idrici superficiali, fanno eccezione il Rio Bottassano (limite occidentale dell’area) e ancora più raramente il Rio Battorezza: entrambi, solo in caso di precipitazioni eccezionali presentano un evidente ruscellamento superficiale. La circolazione idrica ipogea è caratterizzata da un assorbimento di tipo diffuso, localizzato principalmente tra gli abitati di Bracciale e di Torre Bastia-Castellaro a Nord e quelli di Sant’Ambrogio e Stari a Est. Gli esautori ad oggi accertati sono ubicati a livello della piana di Borgio, dove le maggiori linee di deflusso (attualmente ancora pressoché ignote) sono molto probabilmente localizzate nel substrato pre-terziario carbonatico, lungo le vie preferenziali governate dalle discontinuità tettoniche locali senza un vero e proprio collettore. Le acque meteoriche raccolte dall’altopiano della Caprazzoppa, del Rio Fine e dal Vallone di Borgio Verezzi, sono pertanto convogliate.


ARMA DE ARENE CANDIDE
ARMA DI GALUSSO
GROTTA DI VEREZZI
GROTTA STARICCO
POZZO DELLE CENTO CORDE
GROTTA DI VALDEMINO
TANA DELLA CAVA
ARMA DI RONCO
ARMA SOPRA LA CROSA
GROTTA DEL RENOVO
GROTTA SUPERIORE DELLE ARENE CANDIDE
GROTTA DI CAVA GHIGLIAZZA
GROTTA MARINA DI CAPRAZZOPPA
GROTTA DEL CARTELLO DELLE ARENE
CAVERNA DELL’ AURERA
GROTTA DI CASTELLINO DI GORRA
GROTTA DELL’ UOVO
GROTTA DELLA CABINA ELETTRICA
FESSURA
FESSURA
GROTTA DI VARICELLA
GROTTA DI CIMA CASTELLARO
RIPARO DI SAN MARTINO

fonte: Delegazione Speleologica Ligure www.catastogrotte.net