Manie – Capo Noli – Val Ponci

45 grotte conosciute

Descrizione dell’area
L’area carsica Capo Noli-Manie-Val Ponci è la più vasta del Finalese, con più di 13 kmq di superficie. Dal punto di vista archeologico riveste una grande importanza per i numerosissimi ritrovamenti paleolitici e neolitici, rinvenuti nelle numerose cavità presenti e principalmente presso l’Arma delle Manie, l’Arma delle Fate e negli ultimi anni anche nel sito del Pian dei Ciliegi. Fin dall’inizio del Quaternario la zona, infatti, ospitò insediamenti umani che riuscìrono a trovare condizioni favorevoli soprattutto per la mite situazione climatica dovuta alla posizione geografica (anche durante le glaciazioni) e per la presenza di numerosi ripari naturali. 
Dal punto di vista speleologico è di notevole interesse in quanto vi si aprono importanti grotte liguri quali la Grotta Superiore della Sorgente della Priamara, la Grotta Mala, la Grotta Andrassa e l’Arma delle Fate. L’area risulta comunque di notevole interesse sia dal punto di vista speleologico che geologico e geomorfologico essendo costituita da un vasto altipiano carsico (Altopiano delle Manie) che precipita con ripide falesie dolomitiche sul mare. 
L’area infine risulta estremamente importante dal punto di vista naturalistico per la grande varietà di ambienti naturali che ha permesso la conservazione di una elevata biodiversità, con abbondanza di specie animali e vegetali rare e/o esclusive e per tale motivo è compresa nel SIC “Finalese-Capo Noli”.
Inquadramento geografico
L’area carsica si inserisce dal punto di vista geografico nella regione del Finalese seguendone come anzidetto i caratteri ambientali, naturali, geologici e geomorfologici. 
Delimitata a sud dal Mar Tirreno, è racchiusa a Ovest dal Torrente Sciusa, a Nord dalle quarziti di Ponte di Nava affioranti sul Bric Caré, a Nord-Est dalla dorsale Bric Caré-Sella di Magnone-Bric dei Monti, ad Est dai terreni impermeabili di Bric dei Crovi e dalla sponda sinistra della Valle del Rio Acquaviva (Valle di Noli), per degradare nuovamente a mare in corrispondenza di Capo Noli. Con un estensione di circa 5,4 per 4,7 km, presenta morfologie tipiche di un altipiano carsico (Altopiano delle Manie) delimitato da ripide falesie a strapiombo sul mare. La vegetazione, che ricopre gran parte degli affioramenti carbonatici, è costituita da macchia mediterranea e lecceta alternate ad aree prative e coltivi. 
Visibili le macroforme superficiali con evidenti doline e uvala (Pian della Noce, Pian della Brera, Bric dei Monti, ecc…), incisioni vallive a canyon (Val Sciusa, Valle della Landrazza), nonché valli sospese e troncate (Valle del Rio Ponci). La parte sommitale dell’Altopiano delle Manie è caratterizzata da una distesa di colline cupoliformi separate da sistemi di valloni a fondo piatto (cockpit o valli a stella). Presso le testate dei cockpit sono presenti in genere doline di dissoluzione normale a fondo piatto. Tali valloni tendono ad evolversi verso monte per un lento processo di erosione regressiva. Presenti anche altre doline ad imbuto, generalmente di piccole dimensioni, impostate su zone di frattura, molto spesso obliterate artificialmente. 
I margini settentrionali esterni dell’altipiano carsico hanno subìto forti erosioni per lo sviluppo molto intenso dei bacini del torrente Corealli e del torrente Noli, per cui, nelle parti più in quota dei cockpit, si sono avuti fenomeni di cattura, segnati dalla presenza di selle più o meno marcate. 
Caratteristici risultano inoltre i potenti accumuli di terre rosse mediterranee, prodotti insolubili residuali dei processi di dissoluzione dei litotipi carbonatici, costituiti prevalentemente da argilla e noduli di silice. 
Da segnalare la presenza lungo il litorale di estesi depositi a beach rock (“ciappa” in termini dialettali) o spiagge fossili di recente formazione (Quaternario), dovuti alla precipitazione del carbonato di calcio in prossimità di sorgenti carsiche sommerse, che ha determinato la cementazione delle sabbie. 
L’area è caratterizzata da una discreto grado di antropizzazione localizzato prevalentemente nel settore meridionale (Pian della Brera, nella Piana di Isasco e sul litorale di Varigotti). Ancora presenti le attività agricole (uliveti e vigneti) e pastorali, attività turistiche e ricettive (campeggi e attività sportive di outdoor), mentre risulta del tutto abbandonata l’attività estrattiva (Cava del Malpasso, Cava Inalea, Cava della Rocca degli Uccelli). Una frequentazione abbastanza rilevante è inoltre imputabile alle attività sportive di outdoor tra le quali l’arrampicata, la mountain bike e l’escursionismo.
Inquadramento geologico
Il settore Nord-occidentale dell’area è caratterizzato dall’affioramento dalla formazione denominata Pietra di Finale (Miocene, 20-5 Ma), la quale, con giacitura sub orizzontale, è costituita da una roccia carbonatica sedimentaria, di origine marina, formata prevalentemente da calcari bioclastici a cemento calcitico (per il 90% è composta da frammenti di conchiglie, gusci di echinodermi, denti di pesci e di altri resti fossili). In particolare, tale affioramento fa parte dell’unità litologica denominata “Membro di Monte Cucco”, la cui potenza sino a circa 200 metri rappresenta nel suo complesso circa il 90% degli affioramenti di tutto il calcare di Finale. 
Sulla restante superficie si rilevano limitati affioramenti carbonatici della Formazione di Caprauna (Paleocene, 75-55 Ma), un calcare scistoso ed argilloso di colore giallognolo, terroso e molto erodibile e modesti affioramenti giurassici dei Calcari di Val Tanarello (affioramenti del Bric Briga e Capo Noli), discordanti rispetto alla copertura miocenica, (Giurassico superiore, 150-140 Ma), poco erodibili, ma estremamente solubili. Predominano invece gli affioramenti della formazione delle Dolomie di San Pietro ai Monti risalenti al Trias medio (225-190 Ma). Queste ultime, ricche di magnesio, di colore dal grigio al bluastro, risultano essere meno carsificabili rispetto alla copertura miocenica comportandosi di fatto da basamento impermeabile e pertanto, nonostante il potenziale carsico dell’area sia di oltre 300 m, risulta essere limitato lo sviluppo e la profondità dei reticoli ipogei ad oggi conosciuti. 
La frazione insolubile delle rocce carbonatiche ha lasciato sull’altopiano i maggiori accumuli di terre rosse a prevalente componente argillosa del Finalese.
Caratteristiche speleologiche
Tra le aree carsiche del Finalese questa è certamente la più conosciuta e studiata. Le esplorazioni speleologiche nell’area sono state condotte negli anni ‘60-‘70 principalmente dal Gruppo Speleologico Ligure “A. Issel” di Genova e successivamente dal 1980 ad oggi dal Gruppo Speleologico Imperiese, autore di numerosi studi idrogeologici e principale protagonista delle grandi esplorazioni alla Grotta Mala e alla Grotta Superiore della Sorgente Priamara. Attualmente sono numerosi i gruppi speleologici liguri che portano avanti gli studi e le ricerche sull’area (Gruppo Speleologico Imperiese, Gruppo Speleologico Savonese, Gruppo Grotte Borgio Verezzi, Gruppo Speleologico “A. Martel”). 
Nell’area carsica sono attualmente conosciute 45 grotte per uno sviluppo totale di circa 2600 m. La maggior parte di esse si trova nel Comune di Finale Ligure, 8 in Comune di Noli, mentre solo 5 in Comune di Vezzi Portio. La cavità più alta in quota è la Grotta A Tascea ubicata a 300 m s.l.m.; la più bassa (a livello del mare) è la Grotta del Capo di Varigotti.
Caratteristiche idrogeologiche (idrologia)
Assorbimento idrico tanto distribuito che concentrato; sorgenti sottomarine tra Capo Noli e L’inizio dell’ abitato di Varigotti. Noti gli acquiferi carsici Pian della Noce-Priamara (doline inghiottitoi, grotte e sorgenti) e Mala-andreassa-Acquaviva (inghiottitoi, perdite subalveali, grotte e sorgenti). La galleria ferroviaria S. Giacomo ha tranciato condotte idriche carsiche (vi defluiscono ca. 40 l/s di acqua). 

Dal punto di vista idrogeologico è possibile suddividere l’area in due settori distinti: quello Nord-occidentale, identificabile con l’Altopiano carsico delle Manie, e quello Sud-orientale, che comprende la fascia costiera tra il litorale di Varigotti e Capo Noli. Entrambi presentano aspetti idrogeologici estremamente differenziati in quanto, se il primo possiede tutte le caratteristiche di un carso sviluppato, con circolazioni idriche sotterranee ben definite e indipendenti, il secondo presenta invece reticoli idrici sotterranei probabilmente a circolazione dispersiva. 
Settore dell’Altopiano delle Manie 
Il carsismo in questo settore si è sviluppato prevalentemente sul contatto tra la Pietra di Finale e le sottostanti Dolomie di San Pietro ai Monti dove il contrasto di permeabilità e soprattutto di solubilità fra i calcari miocenici e il substrato preterziario carbonatico (il quale sovente si comporta da basamento impermeabile) costituiscono un elemento speleogenetico fondamentale, governando di fatto i deflussi ipogei degli acquiferi carsici. Esempi tipici sono la Grotta dell’Andrassa e la Grotta Mala, facenti parte di un unico sistema idrologico nonché la Grotta Superiore della Sorgente della Priamara. 
Con un reticolo idrografico quasi inesistente, fanno eccezione a nord le valli profondamente incise del Rio dei Ponci e i suoi affluenti che solo in caso di precipitazioni consistenti presentano ruscellamenti superficiali degni di nota. Gli studi sino ad oggi condotti dagli speleologi hanno evidenziato la presenza di alcuni e ben distinti, anche se non del tutto definiti, deflussi ipogei. Sono infatti stati individuati i seguenti sistemi carsici: 
1. Sistema Andrassa – Mala – Sorgente dell’Acquaviva 
2. Sistema del Pian della Noce – Sorgente Priamara 
3. Sistema del Pian della Brera – Sorgente Pian dei Meli 
La Sorgente dell’Acquaviva (Finale Ligure) sgorga a quota 70 m, in riva sinistra del Torrente Sciusa in località Molino Acquaviva quasi al contatto tra i calcari bioclastici e le dolomie triassiche. L’areale di assorbimento e le circolazioni idriche sono state individuate tra gli anni ‘60 e i primi anni ’70, successivamente le esplorazioni speleologiche hanno fornito maggiori indicazioni sulle circolazioni ipogee consentendo l’individuazione di alcune importanti porzioni del collettore sotterraneo compreso tra la Grotta dell’Andrassa e la risogenza che si trova quindi a drenare, mediante un traforo idrogeologico di circa 1 km, gran parte delle acque assorbite nel bacino imbrifero del Rio Ponci. 
La Sorgente della Priamara sgorga poco dietro l’abitato di Verzi a quota 140 m, lungo la riva sinistra del Rio Ponci. Attualmente attiva solo in caso di forti precipitazioni, sino al 1971 garantiva una portata minima sufficiente al fabbisogno della borgata; a seguito dei lavori di realizzazione della galleria ferroviaria di San Giacomo (che attraversa l’altipiano delle Manie per una lunghezza di circa 6,5 km) venne modificato pesantemente l’acquifero, intercettando di fatto i deflussi sotterranei (attualmente la galleria ferroviaria drena dalle dolomie triassiche sottostanti le Manie circa 30 l/s). La zona di alimentazione è caratterizzata da assorbimenti di tipo concentrato, rappresentata principalmente dalla dolina idrovora di Pian della Noce, ubicata nella grande depressione carsica posta circa 1 km a Nord-Est del Bric Briga, la quale, in caso di forti precipitazioni, ospita un vasto lago temporaneo. 
Il sistema di Pian della Brera-Sorgente Pian dei Meli presenta circolazioni temporanee attive solo in caso di forti precipitazioni. La sorgente risulta ubicata alla base di un solco torrentizio al lato sinistro della Grotta delle Fate, nei calcari dolomitici, poco sopra la carrozzabile sterrata che si inoltra nella Val Ponci. La zona di assorbimento è ubicata al centro dell’altopiano poco a nord del Pian della Noce. I deflussi, come confermato dai tracciamenti degli anni ’70, sono caratterizzati da rapidi tempi di corrivazione (circa 2 ore) segno che, come per il vicino sistema della Priamara, all’interno dell’acquifero i drenaggi sono governati non solo dalla fatturazione, ma molto probabilmente anche da condotti carsici maturi e ben sviluppati. 
Sub-area del Capo Noli 
Il carsismo in questo macro-settore si sviluppa pressoché esclusivamente nella formazione dolomitica triassica dove le morfologie sono prevalentemente di crollo, controllate principalmente dalla tettonica (grotte di Capo Noli), scarsamente carsificate e prive di circolazioni idriche di rilievo. 
Totalmente assenti risultano essere gli scorrimenti idrici superficiali, fanno eccezione il Rio Lasca, il Rio Armoreo (impluvi scolanti dalle pendici sud dell’altopiano delle Manie e di Isasco) e ancor più raramente il Rio Fontana, il Rio Porto e il Rio Terra Rossa (tutti brevi e ripidi canali solcanti i versanti Sud della dorsale Bric dei Crovi-Capo Noli), i quali, solo in caso di precipitazioni eccezionali, presentano ruscellamento. La circolazione idrica sotterranea è caratterizzata da un assorbimento idrico di tipo diffuso, localizzato principalmente tra la regione di Isasco (una vasta depressione carsica con depositi di terra rossa) e le regioni di Pietra Grossa e Chianazzi poco a Nord dell’abitato di Varigotti nonché tra le regioni di Ronchetti, Piaggia delle Tane e Panen sulla Dorsale Bric dei Crovi-Capo Noli. 
Scarsamente studiati gli esautori del sistema: ad oggi si conoscono la sorgente di San Lorenzo Vecchia, poco ad Ovest di Punta Crena e le sorgenti del Rio Lasca e del Villaggio Olandese entrambe ad Est dell’abitato di Varigotti, nonché numerose sorgenti sottomarine localizzate lungo il litorale costiero compreso tra Capo San Donato e Capo Noli. 
Le acque meteoriche quindi raccolte sull’altopiano, sono rapidamente convogliate in profondità nel substrato pre-terziario carbonatico, lungo le preferenziali linee di deflusso, governate dalle discontinuità tettoniche locali senza un vero e proprio collettore principale.


ARMA DE FATE
ARMA DI PONCI
GROTTA DI CAPO NOLI
GROTTA DEL CAPO DI VARIGOTTI
GROTTA INFERIORE DI PONCI
GROTTA DELLA CAVA DEL MARTINETTO
GROTTA DEL MALPASSO
GROTTA A POZZO DI CAPO NOLI
GROTTICELLA SIMONETTI
ARMA DE MANIE
GROTTA DELLA TANA
GROTTA DELL’ ANDRASSA
GROTTA GUGLIELMI
PRIMA GROTTA SUP. DELLA CAVA
GROTTA DELL’ ANGELO
A TASCEA
GROTTA 2 DI PORTIO
POZZO DEI 17
GROTTA DELLE SPINE
GROTTA DEL CARRARA
GROTTA INF. DELL’ ARMA DELLE MANIE
BUCO DEL GRANCHIO
GROTTA DEL PROSCIUTTO
ANTRO DELLA PIETRA NERA
GROTTA DEL MULINO DELLA ACQUAVIVA
RIPARO DELLE SPINE
GROTTA DI BRIC DELL’ARGENTO
GROTTA DOPPIA DEL RIO DELL’ARMA
ANDRASSA DA CAMPAGNA
GROTTA SUPERIORE SORGENTE PRIAMARA
GROTTA MALA
GROTTA INF. DEI FRASCI
GROTTA SUP. DEI FRASCI
GROTTA ALFA
GROTTA BETA
ARMA DELLA PERSEVERANZA
GROTTA DEI RAGNI
GROTTA DEL CORNO
RIPARO DEL CORNO
GROTTA SUPERIORE DEL PONTE ROMANO
GROTTA DI RIO DELL’ARMA
INGHIOTTITOIO DI PIAN DELLA NOCE
TANA PRIMA DI CASE GANDOGLIA
TANA SECONDA DI CASE GANDOGLIA
TANA TERZA DI CASE GANDOGLIA
BERBA AGUSTIN
RIPARO DEI BOSCAIOLI
GROTTA INGRIV
TANA INFERIORE
TANA SUPERIORE
TANA DELL’ARMETTA

fonte: Delegazione Speleologica Ligure www.catastogrotte.net