SPELEOLOGIA

Pagina in continuo aggiornamento!

In questa sezione presentiamo quanto il territorio del Finalese, e i suoi comuni limitrofi, hanno da offrire quando si parla della disciplina della speleologia. Il nostro entroterra presenta 146 grotte conosciute e numerose cavità o antri, portando il nostro territorio ad essere uno tra i più importanti a livello nazionale e internazionale per le scoperte paleontologiche e archeologiche.

Le grotte conosciute fino ad ora sono suddivise, secondo il catasto grotte, nelle seguenti aree geografiche e speleologiche:

Borgio – Caprazoppa ( 23 grotte conosciute )

San Bernardino – Orco ( 41 grotte conosciute )

Manie – Capo Noli – Val Ponci ( 45 grotte conosciute )

Rocca di Perti – Rocca Carpanea ( 37 grotte conosciute )

La speleologia (dal greco spélaion=caverna e lògos=discorso) è la disciplina che si occupa dell’esplorazione, documentazione, tutela e divulgazione della conoscenza del mondo sotterraneo. Può essere definita come la particolare scienza che studia in generale le cavità sotterranee – propriamente distinte in “cavità naturali” e “cavità artificiali” – con particolare riferimento alla loro genesi e alla loro natura

La storia della Speleologia italiana è fatta di tanti episodi che hanno visto nascere organizzazioni che ad oggi si occupano di questa disciplina in tutti i suoi aspetti. Nel 1863 nasce il Club Alpino Italiano (CAI) che all’interno della sua struttura organizzativa comprende tutt’oggi una sezione che si dedica esclusivamente alla speleologia. Dal 1908, per circa un quarantennio, vi è la fase di formazione della Società Speleologica Italiana che si costituisce ufficialmente nel 1950.

Nel 1954 viene fondato, sotto l’egida del CAI, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS)[3], inizialmente per la sola sezione alpina e a partire dal 1968 quella speleo, che oggi si articola sul territorio attraverso 21 Servizi costituiti ognuno per ogni regione o provincia autonoma dello Stato italiano. Ad essi convergono 31 Delegazioni alpine e 16 Delegazioni speleologiche che a loro volta racchiudono i Nuclei operativi, chiamati Stazioni, cui spetta il compito di portare soccorso. Le Stazioni alpine sono 242, mentre quelle speleologiche sono 27.

Bisognerà attendere il 1958 perché la speleologia cominci a occuparsi anche di formazione e di didattica per far crescere il proprio bacino di appassionati: nel 1958 nasce la scuola di speleologia del CAI[ e dieci anni più tardi la scuola di speleologia della Società Speleologica Italiana (SSI).[

L’Italia inoltre ha dato i natali all’organizzazione internazionale che si occupa della Speleologia sotto il punto di vista prettamente scientifico: l’Union Internationale de Spéléologie (UIS) [. Da allora l’interesse è andato crescendo, salvo le interruzioni belliche, anche se la filosofia e le tecniche di ricerca e di esplorazione sono cambiate moltissimo. I mutamenti più evidenti avvengono però a cavallo tra il XX e il XXI secolo. Lo sviluppo delle tecniche di progressione, l’approccio più scientifico alle esplorazioni e le maggiori possibilità individuali di viaggio hanno fatto sì che il numero di grotte profonde esplorate sia andato raddoppiando ogni circa quindici anni e che si siano formati gruppi speleologici diffusi ovunque. L’esplorazione delle grotte è un processo in continua crescita e diffusione, che richiede uno sforzo di documentazione e divulgazione sempre più raffinato.

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