Verezzi dal 1933 forma con Borgio un unico comune. Si compone di quattro nuclei collegati da “carruggi” e “creuze”: Piazza, Poggio, Crosa e Roccaro. La struttura architettonica delle borgate è quasi intatta. Sulla piazza S. Agostino, che ospita ogni estate il celebre Festival teatrale, vi sono una torre difensiva e la chiesa di Sant’Agostino.
Nel 1385 la Repubblica
di Genova contribuì a liberare il papa , prigioniero nel Regno di Napoli; per
sdebitarsi il pontefice diede ai genovesi il Borgo ed il castello della Pietra
con le Ville di Borgio, Verezzi, Giustenice e Toirano . Sotto il governo
genovese Borgio e Verezzi entrarono così nella podesteria della Pietra. Nel
1625 numerosi uomini di Borgio e di Verezzi parteciparono alla battaglia contro
i savoia, che vennero respinti.
Da piazza Sant’Agostino, la via Roccaro conduce all’omonima borgata;
all’incrocio fra diverse “crose” si erge la cappella dell’Immacolata
Concezione. Dal nucleo di Piazza, risalendo per via alla Chiesa, si giunge a
Crosa dove una caverna, l’“Arma della Crosa” è ormai priva di interesse
paleontologico.
Sulla sommità del monte Orera sorge la parrocchia di San Martino Vescovo di
Tours (1637 – 1645). Per costruire l’edificio vennero sacrificati parte della
precedente chiesa dei Disciplinanti (XIV-XV secolo) e l’annesso ospizio per i
pellegrini , noto come la Ca’ dei frati.
Dell’antica chiesa sono ancora visibili il campanile romanico, ed un affresco
raffigurante San Pietro. L’interno, in stile barocco, ha un’unica navata con
quattro cappelle laterali. Nell’abside è collocata una tela con San Martino. Un
notevole dipinto, L’incredulità di San Tommaso, è attribuito al genovese O. De
Ferrari. Tra le opere scultoree, oltre alle statue settecentesche raffiguranti
S. Martino, S. Maria Maddalena e la Madonna del Rosario , vi è un Crocifisso
attribuito al grande scultore genovese Maragliano. Il pulpito (1652) è in
pietra di Verezzi.
A lato della chiesa si erge il Santuario di Maria “Regina Mundi”
(XVI-XVII secolo) in passato oratorio di Santa Maria Maddalena. L’interno
barocco, a navata unica, ospita alcune statue dello scultore L. Santifaller: la
Madonna Regina con Gesù e angeli, Gioacchino e Anna, Gesù e San Giuseppe.
Sul piazzaletto alberato vi è la campana delle Mamme, qui posta nel 1982; batte
i suoi rintocchi ogni sera alle ore 19:00, in ricordo di tutte le mamme
defunte.
Dietro la parrocchia, nel piccolo cimitero, è visibile la tomba dei Cucchi,
nobile famiglia presente a Verezzi dal XV secolo; essa ha una cupola sormontata
da una decorazione in pietra di Verezzi.
Dalla chiesa un sentiero conduce al “mulino fenicio”, così detto per
le influenze fenicie che ne caratterizzano la tecnica costruttiva. Questo tipo
di mulino, adatto a zone con venti deboli ma costanti, è il meglio conservato
dei tre attualmente noti in Europa. Si tratta di un mulino eolico in cui le
pale motrici erano posizionate all’interno della torre cilindrica; le pale, si
muovevano grazie all’aria che passava attraverso le numerose feritoie le quali
venivano aperte o chiuse a seconda della direzione del vento.
Grotte “Valdemino”:
Le celebri Grotte “Valdemino” sono uno scrigno di bellezza ipogea dovuto a
fenomeni carsici di erosione chimica e meccanica dell’acqua piovana in
profondità. Le grotte, che si sviluppano sotto il centro abitato, vennero
scoperte in modo casuale nel 1930.
Il Gruppo Speleologico albenganese avviò nel 1951 una sistematica esplorazione
con l’intento di eseguire un rilievo topografico. Osservando attentamente la
sala “delle firme” ci si avvide che oltre doveva esserci ancora del vuoto.
Allargando il passaggio vennero così scoperte una serie di sale comunicanti con
che raggiungono uno sviluppo di circa 5 km. Ai visitatori è riservato un
percorso di circa 800 metri aperto nel 1970.
Le grandi sale sono colme di concrezioni stalagmitiche e stalattitiche di ogni
forma e colore; la ricca policromia, che conferisce all’ambiente un’atmosfera
fantastica, è dovuta alla presenza di piccole quantità di minerali nel calcare
della roccia. Grande attrattiva sono anche gli splendidi laghi dalle acque
immobili e cristalline di colore verde smeraldo.
Talora si incontrano figure che paiono realizzate da uno scultore visionario:
il Cammello, il busto di Papa Giovanni, la Lanterna, il Samurai.
Le splendide cavità sono a volte caratterizzate dalla presenza di enormi
blocchi staccatisi in ere remotissime. Dal soffitto pendono gli “spaghetti”,
stalattiti filiformi che vibrano; ci sono i drappeggi (formazioni a volte
sottili come stoffe) le cannule (tubicini esili e quasi trasparenti di calcare)
le grandiose colonne, che paiono pilastri portanti, ed infine le stalattiti
eccentriche che crescono sfidando la forza di gravità.
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FONTE: VISITE GUIDATE-ESCURSIONI-TURISMO-SCOLASTICO, “LA NOSTRA LIGURIA”,
Valerio Peluffo Guida turistica:
E’ possibile approfondire la conoscenza dell’ambiente naturale di Verezzi e dei
nuclei storici che lo compongono partecipando ad escursioni e visite guidate
rivolte a gruppi di lingua italiana o straniera ed al turismo scolastico.
I PERCORSI GUIDATI potranno comprendere anche la visita delle
celebri grotte Valdemino.
LE ESCURSIONI GUIDATE lungo gli splendidi sentieri di Verezzi
consentiranno di godere di uno splendido panorama sulla costa ligure e
sull’isola Gallinaria, in uno scenario particolarmente suggestivo durante il
tramonto.
VIAGGI DI ISTRUZIONE PER LE SCUOLE: Alla visita delle celebri
grotte di Borgio è possibile abbinare un’escursione storico-naturalistica lungo
il sentiero natura o il sentiero cultura per raggiungere le caratteristiche
borgate di Verezzi, oppure partecipare ad attività didattiche legate
all’ambiente marino o alla vegetazione costiera ligure.
In alternativa si può raggiungere una delle altre località descritte in questa
guida per partecipare a laboratori didattici (archeologia, preistoria, età
romana…) attività didattiche legate al mondo della pesca, percorsi
storico-artistici (Finalborgo-alla ricerca degli animali nascosti, Noli-antico
borgo di pescatori…).