Varigotti, amata per la sua quiete da molti esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, si compone di piccoli nuclei medievali abbarbicati tra ulivi e di un borgo “saraceno”, con variopinte case dai tetti a terrazza, affacciate direttamente sulla spiaggia.




Sul promontorio di Punta
Crena l’imponente torre di vedetta e le tracce del castrum bizantino ci
raccontano di una trascorsa grandezza.
Un sentiero che sale tra le “fasce” e i grovigli della macchia mediterranea
raggiunge l’antica e silenziosa chiesa di S. Lorenzo: cenobio benedettino in un
passato ormai remoto, fu parrocchia di Varigotti fino al 1585. Alta su uno
sperone roccioso a dominio della baia dei Saraceni, San Lorenzo ricorda la
lirica “Sere di Liguria”, dove Vincenzo Cardarelli paragona le nostre chiese a
“navi che stanno per salpare”. Tutto attorno, uno strapiombo vertiginoso di
candide rocce, che si tingono di rosa alla luce del tramonto.
Il toponimo di Varigotti da sempre ritenuto di difficile interpretazione può
essere inquadrato nell’area linguistica ligure pre-latina, identificandovi un
nome composto da una diffusa radice uara, indicante un “luogo umido” o più
semplicemente “acqua profonda”, e cottis, nel suo significato originario di
“roccia”: un’interpretazione che si adatta molto bene alle caratteristiche
orografiche del sito.
Sul promontorio di Varigotti è attestato un gran numero di frammenti di anfore
cilindriche databili soprattutto tra VI e VII secolo, espressione di uno
stretto collegamento con i centri di produzione da ricercarsi nella Tunisia e
nelle province nordafricane. La riorganizzazione delle difese e del controllo
della Liguria occidentale bizantina, attuata tra la seconda metà del VI e il
VII secolo, risultò determinante nella definizione degli assetti del Finale:
alla possente fortezza di Sant’Antonino, nell’entroterra di Perti, si
associavano il nucleo religioso della Pieve del Finale e l’insediamento sul
promontorio di Varigotti. Oltre alle fortificazioni bizantine l’area di punta
Crena conobbe la realizzazione della cinta difensiva sommatale, tra XII e XIII
secolo.
Una svolta importante avvenne nel 1341, quando il Comune di Albenga decise di
fortificare con mura e torri l’abitato di Pogli, all’inizio della Valle
Arroscia, dove detenevano diritti signorili i figli di Enrichetto Del Carretto.
Giorgio Del Carretto, marchese di Finale, assunse le parti dei nipoti e intimò
agli Albenganesi di demolire le nuove fortificazioni. Di fronte al loro
diniego, Giorgio, radunato un esercito di circa ottomila uomini, abbatté le
fortificazioni di Pogli e devastò la piana di Albenga, tagliando alberi e
distruggendo vigne e campi. Ma la reazione del doge di Genova, Simon
Boccanegra, fu immediata: i genovesi posero sotto il loro controllo l’intero
Finale, distruggendo il castrum di Varigotti e interrandone l’imboccatura del
porto. Amara fu la sorte di Giorgio del Carretto: fu imprigionato per cinque
anni nel carcere della Malapaga, secondo le fonti detenuto in una gabbia di
legno.
La questione del porto di Varigotti torna alla ribalta nel Seicento, quando il
Finale diviene diretto possesso della corona di Spagna. Alla costruzione della
via Beretta (1666) agile collegamento con le regioni padane ed i passi alpini,
non corrispose la realizzazione di un adeguato impianto portuale. Il problema
della costruzione di un nuovo porto nel Finale, dopo i primi tentativi rimasti
senza seguito, fu affidato a varie commissioni che tra il 1630 e il 1672 si
limitarono a produrre un’ingente documentazione. Si era ipotizzata la
realizzazione di un grande porto a Varigotti, tagliando la dorsale alle spalle
del promontorio di Punta Crena per edificare una grande fortezza e aprire
un’ampia strada litoranea di collegamento con Finale. Gaspare Beretta presentò
invece un progetto per realizzare un porto alla Caprazoppa. Ma non si approdò
mai ad alcun risultato concreto.
Nella chiesa di San Lorenzo vecchio solo il lato nord conserva in vista un
tratto di muratura medievale, mentre sono il frutto di riedificazioni tardo e
post medievali il fianco sud (fine ‘500) e la zona absidale (inizio del ‘500).
Alcune importanti modifiche ebbero luogo alla fine del ‘600, mentre un’altra
considerevole fase edilizia fu realizzata a metà del XIX secolo. Fra i laterizi
di reimpiego emerge la presenza di numerosi mattoni databili agli inizi del XV
secolo: essi sembrano indicare la presenza di una significativa fase edilizia
della chiesa, di cui però al momento non restano altre prove materiali. Accanto
ai risultati ottenuti, l’evidenza archeologica ha prodotto alcuni quesiti
insoluti: perché una fase costruttiva tanto imponente in un’epoca riconosciuta
di declino per S. Lorenzo, che alla fine del XVI secolo perse anche la funzione
di parrocchiale? E perché nel fronte sud (fine ‘500) vennero adottati elementi
formali di gusto ancora pienamente medievali, come le monofore e gli stretti
portali ad arco? Solo un’adeguata indagine storica potrà permettere di
individuare le ragioni, molto probabilmente di carattere simbolico, che sono
alla base di questa scelta di elementi arcaici a imitazione del romanico,
realizzati però con materiali e tecniche costruttive già rinascimentali.
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FONTE: VISITE GUIDATE-ESCURSIONI-TURISMO-SCOLASTICO, “LA NOSTRA LIGURIA”,
Valerio Peluffo Guida turistica:
E’ possibile approfondire la conoscenza dell’ambiente naturale di Varigotti e
dei nuclei storici che lo compongono partecipando ad escursioni e visite
guidate rivolte a gruppi di lingua italiana o straniera. L’offerta rivolta al
turismo scolastico comprende attività didattiche, percorsi guidati e
laboratori.
I PERCORSI GUIDATI a Varigotti possono comprendere anche la visita
dell’interno della chiesa di S. Lorenzo vecchio.
LE ESCURSIONI GUIDATE lungo gli splendidi sentieri di Varigotti
consentiranno di scoprire l’altopiano delle Manie con la celebre Arma delle
Manie, antiche borgate rurali ed i ponti romani in val Ponci.
VIAGGI DI ISTRUZIONE PER LE SCUOLE:
IL SENTIERO DEI “CINQUE SENSI”: PROFUMI DI TERRA E DI MARE. Lungo
un sentiero che dalla spiaggia conduce all’antica torre di avvistamento, i
bambini impareranno a conoscere la macchia mediterranea attraverso l’uso dei
sensi.
Seguendo gli indizi della guida, i ragazzi scopriranno curiose strategie di
difesa delle piante ed il loro adattamento alle condizioni climatiche
dell’ambiente: luce, siccità, temperatura, salinità (con le formazioni
alofite). Dall’Area Naturale di Punta Crena, tra “fasce” ed olivi, si ha uno
splendido panorama sulla baia dei saraceni e sul Mar Ligure.
VARIGOTTI, CACCIA AL TESORO. La caccia al tesoro ci farà rivivere il
passato e scoprire i segreti di questo antico borgo di marinai!
ATTIVITA’ DIDATTICHE: AMBIENTE MARINO. Le attività si svolgono nella suggestiva
cornice del molo di Varigotti tra le antiche case di pescatori affacciate sulla
spiaggia. I bambini conosceranno i principali organismi marini ed i pesci dei
nostri fondali.
Laboratorio A): Costruiamo l’acquario mediterraneo
In spiaggia verrà costruito un piccolo acquario mediterraneo. I bambini
raccoglieranno sassolini, sabbia, conchiglie, alghe…. da incollare per creare
il fondale. Quindi verranno realizzate sagome di pesci, stelle marine,
cavallucci… da colorare ed appendere nell’habitat più idoneo all’interno
dell’acquario.
Laboratorio B): Alla scoperta dei quattro ambienti marini
L’attività si svolge in spiaggia: attraverso simpatici indovinelli i bambini,
divisi in squadre, dovranno riconoscere pesci ed organismi marini ed
attribuirli al relativo ambiente (fondale sabbioso – razze, sogliole…–, fondale
roccioso – polpi, murene, stelle marine…–, mare aperto – squali, pesci spada,
delfini, meduse, tartarughe…–, fondale a prateria di posidonia – cavalluccio
marino…)