ITINERARIO: NOLI – CHIESA DI SAN LAZZARO E LAZZARETTO – CHIESA DI
SANTA MARGHERITA – EREMO DEL CAPITANO DE ALBERTIS – CAPO NOLI –
CIAN DU FERO – ALTOPIANO DELLE MANIE (Ferrin)
Percorso in auto (da stazione FF SS di Finale Ligure): si percorre
la strada statale SS1 (via Aurelia) in direzione Savona. Si superano Finalpia e
Varigotti fino a raggiungere Noli dopo circa 9 Km.
Si entra nella cittadina e si procede sino ad incontrare la seconda traversa a
sinistra (la prima in cui è possibile svoltare), che subito porta a Piazza
Lorenzo Vivaldo Vescovo. Qui si parcheggia.
Lunghezza totale del percorso: 9,2 Km.
Classificazione: percorso di interesse storico, geologico e naturalistico –
livello medio.
Nel suo complesso, il nostro itinerario si sviluppa inizialmente in direzione
Sudest-Sudovest, costeggiando il mare, quindi svolta verso Nord-Nordest,
compiendo un anello. Molti tratti di questo percorso fanno parte delle reti
escursionistiche: “Sentiero Liguria” e “Alta Via Golfo dell’Isola”.
Durata: 3 ore e 30 min Lunghezza: 10,5 Km (11,7 Km senza scorciatoie) Dislivello: 310 m
Da Piazza Vivaldo, si prende “Via XXV Aprile” all’inizio della quale si trovano
numerosi segnavia: per non confondersi, noi consigliamo di seguire sempre le
indicazioni per la “Passeggiata Dantesca”.
Si percorre in toto Via XXV Aprile, fino ad incontrare una scalinata in salita,
che passa tra alcune ville. Superate quest’ultime, inizia il sentiero. Il
panorama che offre questo itinerario è magnifico.
SEGNAVIA: cartellonistica verticale “Passeggiata Dantesca”.
Sentiero ben segnalato, facilmente percorribile, in salita.
Il percorso inizia in salita lungo una via parzialmente ciottolata,
costeggiando un alto muretto a secco.
Dopo circa 300 m, si ignora una deviazione sulla destra e si prosegue sul
sentiero fino a trovare, poco oltre, i ruderi dell’antico Lazzaretto e della
Chiesa di San Lazzaro poco più in basso.
Sulle colline intorno al primitivo Borgo, verso la fine del primo millennio
dopo Cristo, furono costruite tre chiese oggi ricordate come San Lazzaro, Santa
Margherita e San Michele. Le ragioni della loro posizione in zone periferiche
sono ignote. La spiegazione potrebbe consistere nel fatto che, in seguito alle
scorrerie saracene del X secolo, a Noli, come in tutta la riviera, gli abitanti
cercassero riparo sulle colline lontano dal mare.
San Lazzaro era una piccola Chiesa, costruita lungo la strada che saliva
anticamente verso Capo Noli, che costituiva il luogo di conforto, di cura ed
isolamento per gli ammalati.
Appena oltre i due edifici si trova una deviazione segnata ed in ripida salita,
sulla destra, che costituisce la via più veloce per raggiungere Capo Noli ma,
per non perdere gli altri siti di interesse storico, noi abbiamo scelto di
proseguire dritto.
Si continua quindi per circa 600 m sino a raggiungere i resti di Santa
Margherita, dalla quale è possibile godere di una splendida vista sulle rupi e
sul golfo di Noli. La Chiesa fu costruita intorno alla metà del X secolo sulle
rocce di Capo Noli in uno spiazzo a strapiombo sul mare, lungo un antico
percorso che congiungeva la Repubblica Marinara di Noli (alleata dei Genovesi)
con il territorio di Finale (del Marchesato del Carretto).
Proseguendo sul sentiero si oltrepassa un vecchio rudere e, appena oltre, si
confluisce in un sentiero più largo dove sorge un bivio: svoltando a sinistra
si effettua una breve deviazione che porta all’Eremo del Capitano De Albertis;
andando verso destra, si prosegue in direzione della Grotta dei Briganti e di
Capo Noli.
Enrico De Albertis nacque nel 1846 a Voltri da una famiglia ricca ed
aristocratica. Attivo in tutti i campi, fece tre volte il giro del mondo. Alla
fine dell’800 acquistò vasti terreni del promontorio di Capo Noli e qui fece
costruire un’abitazione in stile coloniale simile ad una cabina di una nave:
“l’Eremo”. Successivamente fece edificare anche una torretta sopra l’Eremo in
onore dell’Italia vittoriosa nel primo conflitto mondiale, che però fu
distrutta. Dall’Eremo del Capitano si gode di una bellissima vista sul mare, e
si può facilmente trovare anche una base in cemento sulla quale, durante la II
guerra mondiale, era situato un cannone tedesco. Dagli anni ’70, l’Eremo
risulta purtroppo in stato di abbandono.
Si ritorna sul sentiero principale e si prosegue per circa 200 m, sino ad
incontrare un altro incrocio: effettuando la curva a gomito e continuando a
salire si continua per Capo Noli; deviando sulla sinistra, si può andare a
visitare la magnifica Grotta dei Briganti. Qui cambia il segnavia.
SEGNAVIA: pallino rosso.
Questo tratto in discesa molto ripida (200 m), è segnato con un pallino rosso e
porta alla Grotta dei Briganti (o Antro dei Falsari), dove si narra che i
contrabbandieri, in tempi passati, vi tenessero la propria merce. Di qui, la
nascita del nome.
È possibile accedere facilmente all’Antro dei Falsari dal cunicolo situato
sopra la grande cavità. Fare invece molta attenzione a non scivolare verso il
dirupo che subito si apre sulla sinistra: tenersi quindi sempre a destra lungo
il lato sotto parete e non fidarsi mai troppo del corrimano messo a
protezione.
All’interno della grotta, sorgono i resti di muretti a secco.
L’origine della Grotta dei Briganti fu dovuta ad una lenta e costante azione
erosiva esercitata dal mare milioni d’anni fa, quando le terre oggi emerse si
trovavano al di sotto del livello del mare. Panorama da togliere il
fiato.
Tornare all’incrocio.
SEGNAVIA: cartellonistica verticale “Passeggiata Dantesca”.
Tornati al bivio, si sale per circa 1 Km fino ad incontrare un trivio:
proseguendo dritto si allunga il percorso effettuando una grande curva;
scegliendo la sinistra, si taglia la curva e si raggiunge più rapidamente Capo
Noli; prendendo la destra si effettua la discesa (che abbiamo scelto di
ignorare precedentemente) che ci riporta vicino a San Lazzaro. Noi scegliamo la
seconda opzione.
Dalla vetta di Capo Noli (276 m), si può godere di uno splendido panorama sul
golfo ligure: a levante, verso Genova e la Spezia; a ponente, verso Imperia e
Ventimiglia; in alcune giornate di sole è anche possibile intravvedere a Sud le
cime della Corsica.
A Capo Noli termina anche una strada carrabile che collega località “Semaforo”
all’altopiano delle Manie, bisognerà prenderla per raggiungere la nostra meta.
(Inoltre, a 100 m circa dal suo inizio, si trova sulla sinistra l’indicazione
per Varigotti, continuando sul Sentiero del Pellegrino).
SEGNAVIA: cartellonistica verticale.
Sentiero largo, facilmente percorribile ed in leggera salita. Questo percorso
risulta molto frequentato dai bikers.
Inizia ora un lungo tratto di 2,5 Km che ci condurrà al magnifico prato
dell’Altopiano delle Manie (zona Ferrin) attraversando località “Cian de
Strie” e “Cian du Feru”. Il vasto campo è l’ideale per una pausa con
pranzo o merenda al sacco immersi nella natura. Per raggiungere il grande prato
basterà mantenersi sulla larga carrabile ignorando le altre vie laterali e
proseguire dritto ai due grandi incroci che si incontreranno. Di tanto in
tanto, lungo il percorso, sono presenti indicazioni per l’altopiano; al secondo
incrocio, tenersi sulla sinistra costeggiando un ampio vigneto. La zona offre
ancora una splendida vista sui colli circostanti, sull’isola di Bergeggi e su
Noli. Vicino al prato sono presenti anche alcune attività di ristoro.
Dopo la sosta è possibile tornare al punto di partenza effettuando a ritroso
tutto il percorso. Noi però consigliamo di tagliare un buon tratto prendendo il
“Sentiero Amico” che collega Capo Noli a San Lazzaro, evitando tutto il lungo
tratto storico fatto all’andata. Per prendere la nuova via, bisognerà
ridiscendere sino a Capo Noli, quindi si dovrà riprendere la scorciatoia presa
in precedenza (prima deviazione a destra superato Capo Noli), al termine della
quale si sbucherà esattamente di fronte al bivio indicato. Si abbandona il
sentiero percorso a senso inverso, scegliendo la nuova deviazione fino a
ricollegarsi in zona San Lazzaro, circa 800 m dopo.
PUOI SCARICARE LA TRACCIA GPS DELL’ITINERARIO QUI: